Thompson Jim - 1952 - Tornerò per farti fuori by Thompson Jim

Thompson Jim - 1952 - Tornerò per farti fuori by Thompson Jim

autore:Thompson Jim [Thompson Jim]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
ISBN: 8804353171
Google: 6M2QAQAACAAJ
editore: A. Mondadori
pubblicato: 1970-03-14T23:00:00+00:00


12

Nonostante l'ombra degli alberi e la distanza che ci separava, vidi che era pallido. Credo di non aver visto in tutta la mia vita un uomo, indiano o bianco, così terrorizzato. Mosse le labbra come per dire qualcosa, ma non poté parlare, poiché lo stregone sbraitò qualcosa e i due indiani che gli stavano alle costole lo gettarono a terra.

Rimase disteso sulla schiena, e da quel momento non fece più un gesto, né cercò di parlare.

Il semicerchio si allargò. Lo stregone cavò di tasca due conchiglie e le porse ai due indiani che si trovavano alla sua destra e alla sua sinistra, che, a loro volta, le passarono ai loro vicini. Le conchiglie passarono da una mano all'altra e arrivarono infine ai due uomini che erano più vicini al fiume.

Uno di loro allungò il braccio verso l'acqua e finse di riempire la conchiglia, senza però riempirla realmente. Dopo di che, la conchiglia rifece lo stesso tragitto in senso inverso. L'indiano seduto all'altra estremità del semicerchio attese un istante, poi fece lo stesso gesto e ripassò la conchiglia.

Lo stregone si accoccolò accanto ad Abe, lo afferrò per il naso e lo obbligò ad aprire la bocca. Prese una delle conchiglie che erano tornate fino a lui e finse di vuotargliela in bocca. Dopo di che tornò verso l'estremità del semicerchio. Prese quindi la seconda conchiglia, la vuotò nello stesso modo nella bocca di Abe e la ripassò al suo vicino.

L'operazione proseguì a lungo, e avevo un bel sapere che non era vero, che facevano solamente finta; tutto sembrava talmente reale che mi sentii soffocare, come se stessero uccidendomi per soffocamento, secondo l'antico metodo tribale.

Lo stregone si rialzò e si rimise in tasca le conchiglie. Poi si avvicinò al paiolo, prese un po' di pashofa su un pezzo di corteccia e la portò ad Abe. Gliela offrì, porgendogliela e ritirandola rapidamente. Abe, al quale durante tutto questo armeggio avevano tolto le corde, si alzò, ma non toccò la pashofa naturalmente. I morti non mangiano.

Lo stregone posò il pezzo di corteccia sulla sabbia. Si accovacciò e allungò la mano verso i ciottoli che gli altri avevano riunito. E gli altri strinsero il semicerchio, in modo che Abe rimanesse isolato all'esterno.

Lo stregone coprì la corteccia con i ciottoli, posandoli uno dopo l'altro, per formare un piccolo tumulo di pietra. Quel tumulo era la tomba di Abe: la corteccia era il suo cadavere.

Tutti si alzarono, gomito a gomito, e Abe sparì alla mia vista. Poi il semicerchio si disperse e gli indiani si misero a pulire il paiolo.

Terminata l'esecuzione e i funerali, si prepararono ad andarsene.

Abe se n'era andato. Si era eclissato mentre gli voltavano le spalle. E io, pur non essendo indiano, sapevo ciò che gli era successo. Abe non aveva subito nessuna violenza fisica, ma gli era capitata la cosa peggiore che possa accadere a un uomo.

Alcuni anni prima, un indiano dell'antica tribù osage era morto durante un'epidemia di vaiolo. I medici lo avevano dichiarato morto e i suoi parenti e amici si erano riuniti in casa sua per la veglia funebre.



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